sabato 28 giugno 2008

RICUCIRE

Tempo fa ho potuto apprezzare uno spettacolo teatrale di un attore clown,Slava Polunin1
artista mimo di origine russa; spettacolo, fatto di niente, di piccoli e teneri gesti, sospensioni lunghissime, silenzi profondi e cupa solitudine. Come scenografia, cieli blu imbottiti, densi come la neve e trapuntati come pareti di un inquietante isolamento; vuoto e pieno insonorizzato, dove il silenzio si fa ragnatela che imprigiona. Teatro circense, che emanava profonda desolazione, sospesa e alleggerita da un clima di tenerezza che sosteneva una forte impalcatura ironica, la quale riusciva a giustificare e a far accettare la solitudine urlata dai silenzi del clown.

Ho riconosciuto quella buffa solitudine, mi apparteneva, mi sono identificata in quel intimo vuoto insaziabile che si riempie dell'oblio di piccole banalità quotidiane e si consola nell'illusione di piccoli percorsi nuovi, affezioni apparentemente anestetizzanti.
Solitudine, graziosa, della stessa sostanza delle mie rose, cieli stellati imbottiti, costellazioni di spine, rose-materasso, come letti vuoti, corolle che accolgono e abbracciano morbidamente e desolatamente un non-corpo, fioretti alla solitudine, pesanti ostaggi, assenza che si fa corpo e invade lo spazio.

Pittura imbottita, trapuntata, e per la prima volta forse scultura, difficile da collocare, non si fa riconoscere, non so quale posto occupi e si porta certamente in sé il gene scenografico della scatola teatrale, con le sue metafore e l'ambiguità scenica tra la rappresentazione dell'oggetto e la visione bidimensionale di questo.
L'improvvisa esigenza di fisicità è sicuramente legata alla fatica del fare come terapia dell'essere, un abbracciarsi in un lavoro corpo a corpo; la materia è densa e grossa da attraversare da parte a parte con l'ago lunghissimo e la penetrazione è faticosa ed incerta, bisogna ricostruire, ricucendo i due versanti, le due identità: il sopra e il sotto, l'altra faccia del materasso.

Ricucire il passato, che sta alle spalle, con il futuro, disegno antistante, stringendo un sostanziale e concreto presente, corposo e aggettante.


1-Slava Polunin, considerato il più grande clown del mondo, propone uno spettacolo magico, che da più di venti anni appassiona e incanta le platee di tutto il mondo. Un artista polivalente che ha saputo rinnovare l'arte della clownerie, attingendo alla tradizione circense e all'espressione del mimo - da Chaplin a Marcel Marceau - intrecciandola con il rigore e la disciplina del lavoro dell'attore su se stesso di stanislavskiana memoria. www.labiennale.org
www.teatrovalle.it

mercoledì 25 giugno 2008

venerdì 13 giugno 2008

DI CHE COSA SI NUTRE LA POESIA?

BETTY DANON risponde. Con una ricerca artistica di trent'anni, fuori dagli
schemi, fuori dai circuiti abituali, libera di esplorare i punti d'incontro tra
il segno e la parola, tra il punto e la linea, tra l'essenzialità del bianco e
nero e la gioiosa vitalità del colore, tra l'arte e la vita.
In esposizione
alla galleria Maria Cilena di Milano, con inaugurazione il 22 maggio 2008, i
lavori più noti e quelli meno noti della poeta visuale Betty Danon, artista
concettuale e poeta visiva, attiva nel campo artistico italiano e
internazionale dal 1969 sino al 2002: le prime partiture, le finestre di cielo,
i lavori esposti alla Biennale di Venezia, e le poesie visuali nate in
Rainbowland e poi volate lontano ognuna in una direzione diversa, chi per posta
aerea, chi su ali d'angelo, chi via etere cavalcando i bit del suo computer.

Nata a Istanbul, cresciuta in scuole francesi e americane, si è trasferita a
Milano nel 1956 e ha preso la nazionalità italiana. L'attenzione al segno e al
linguaggio, in tutte le sue forme - dal tratto gestuale al suono e poi la
combinazione dei due - ha caratterizzato la sua ricerca artistica, a sua volta
riflesso di una profonda e incessante ricerca personale verso l'essenzialità
delle cose. Dopo aver sperimentato gli strumenti grafici ed espressivi
tradizionali - carta, cartone, tela, metallo - sono arrivati l'uso trasgressivo
della macchina fotocopiatrice, il coinvolgimento delle bande magnetiche
registrate, l'uso del video per documentare l'uso congiunto di suono e segno,
il contributo degli elementi della natura, l'adozione del pentagramma in tutte
le sue forme, l'esplosione nella dimensione internazionale attraverso la posta
aerea, la scoperta del libro come oggetto di comunicazione e divulgazione e
infine il computer, utilizzato sin dalle sue prime comparse nelle case private
e accompagnato nella sua rapida evoluzione hardware e software.
Ma l'attività artistica di Betty Danon è andata ben oltre, oltrepassando l'uso della materia
inerte per lavorare sul materiale artistico per eccellenza, l'essere umano. Nei
suoi atelier ha saputo trasformare la sua creatività in una particolare
frequenza dell'essere, comunicabile e in grado di innescare un cambiamento
interiore tale da indurre le persone a riconoscersi a loro volta creative,
dotate di originalità, iniziativa e autonomia, nel gioco - con carte colori e
parole - e nella vita. "Arte come vita" questa la parola d'ordine, questo il
nome dei suoi atelier che oggi sarebbero stati riconosciuti come veri e propri
percorsi di arteterapia. L'opera di tutta una vita profondamente intessuta di
poesia, quasi si fosse dedicata interamente a trovare la risposta
all'indovinello in turco, scandito dalla sua stessa voce, in una registrazione
del 1979, nell'audiocassetta dell'artista svizzero Ruedi Schill: "Di che cosa
si nutre la poesia?". E la risposta non può che essere una sola: "Di poesia",
naturalmente!
Partita per Rainbowland, il suo magico mondo di poesia, nell'aprile del 2002, i suoi lavori sono oggi al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto ­ dove è custodito anche il suo archivio ­, presso The Museum of Modern Art di New York, nel dipartimento di Rare Books
della Ohio State University, al The Getty Research Institute, negli archivi Sackner e in musei e biblioteche di più di 25 nazioni di tutto il mondo. www.bettydanon.it


MARIA CILENA - STUDIO PER L'ARTE CONTEMPORANEA

Via C. Farini 6 - 20154 Milano

Tel. +39 02 29013026 Fax +39 02 62027292

giovedì 5 giugno 2008

EUGENIO MICCINI



Firenze, Studio d'Arte Aurelio Stefanini

10 maggio – 15 settembre 2008

A cura di Aurelio Stefanini

SARENCO “SONO UN POETA DI MONTAGNA”


Brescia, Fondazione Berardelli

30 Maggio – 15 Luglio 2008

Di Nicole Zanoletti





ostagio n°2 2008

ostagio n°2            2008
dimensioni cm.250x240x29 tecnica : pittura su stoffa, imbottitura di cotone e trapuntatura da materasso

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Ferrara, Fe, Italy
vivo e lavoro in provincia di Ferrara come artista (per tutta una serie di motivi...)