sabato 2 agosto 2008

incontro... con lei

Chiedo scusa, perché può sembrare troppo autoreferenziale, da parte mia, pubblicare questo pezzo, ma è stato scritto da una giovane artista, forse troppo generosa nei miei confronti, che in ogni caso, mi ha sorpreso, per la sua abilità d'interpretazione e per la sensibilità dimostrata nel accostarsi a me, e al mio lavoro, con autentica intensità poetica.
Ho pensato che meritasse un pubblico ringraziamento.
Ketty Tagliatti



"La sua vitalità mi rapisce fin da subito.
Il suo modo sciolto e accattivante di parlare è piacevole e allo stesso tempo crea un clima
confidenziale.

Bocca piccola e parole forti.
Questa sua caratteristica subito mi fa sentire in sintonia con lei.
Ci raccontiamo sensazioni e pensieri sul fare tessile e poi vedo le sue rose.
Folgorante... filo diretto con l'interiorità femminile.
Sensibilità, crudezza, eleganza, psiche, tutto è lì sulle sue tele vissute e ricamate.
L'intreccio emozionale che si crea nei suoi lavori è uno specchio
acuto e penetrante di un viaggio, di un eco, di un sentire legato alla dimensione "donna".
Il ripetersi incessante di cuciture che si incontrano e si attraversano mi parlano delle connessioni mentali, degli intrecci della vita, delle situazioni che creano il percorso di ognuno.
Mi mostra i lavori rossi, con le loro trasparenze e i loro rapporti silenziosi.
Piccoli rami avvolti di filo rosso che si confidano elegantemente con lo strato di tessuto che li nasconde nel gioco di trasparenze che si crea con la luce.
Tutto parla di sensibilità, di voci interiori che prendono significato e corpo in un gioco di echi visivi che risvegliano questioni, dubbi, pensieri intimi.

Le stoffe nel lavandino si stanno colorando.
Mi guardo intorno e vedo lei, la poltrona, bellissima, che troneggia nello studio, riservata.
La riscopro in casa, in ogni angolo c'è traccia di lei.
Si legge l'ossessione quasi romantica di Ketty per questo oggetto, si sente la confidenza che le sue mani hanno acquistato disegnandola all'infinito.
La stessa impressione avuta con le rose, create con consapevolezza.
La sua personalità prorompente si sente nell'aria e in tutto quello che ci circonda.
Fuori dalla finestra si intravede il giardino delle sue rose; guardando dei cataloghi ne scorgo una che mi attrae particolarmente: la sua struttura è raccontata dai movimenti delle centinaia di spilli che riempiono i petali. Sono splendenti, sembrano lacrime preziose, tracce di qualcosa che ha lasciato un segno. Si creano così dei rilievi che assomigliano a grandi cicatrici ed è così forte l'impatto visivo che non capisco se soffrire per il fatto che la rosa è ferita o compiacermi per lo spettacolo di luccichii che emanano gli spilli.

Emotivamente mi sento combattuta.
Penso che questo forte contrasto sia al centro del lavoro di Ketty, si può notare in tutti i lavori, c'è l'eleganza delle sue rose sempre legata alle cuciture che creano i loro petali, sembrano ritratti scavati con il bisturi.
Non meno incisivi e affascinanti sono le grandi rose-materasso.
Corpi quasi informi che sembrano pulsare, pieni di vita e tormento;
culla infastidita dalle torture lente e penetranti delle cuciture.
Queste prepotenti rose prendono la scena e non danno via di scampo allo sguardo, se ne appropriano e lo conducono lungo i fili della loro storia, delle loro cicatrici, cucite rapidamente e poi rianalizzate con violenza, con una lenta operazione che ferisce i loro tessuti, segnandoli definitivamente .
La parvenza morbida, nasconde nodi di ricamo e scomodità di forma e superficie.
Un piccolo rifugio che diventa prigione dei tormenti, delle paure, dei sensi di colpa, di tutto quello che farcisce un dolore.
Osservandole singolarmente, mi rendo conto di quanto abbia influito sulle rose, il fatto che Ketty le abbia schiacciate, tirate, gonfiate, cucite e ricucite, che ci si sia sdraiata sopra, che se le sia vissute, perché tutto traspare, sembrano stanche e affaticate da una lotta corpo a corpo.

In tutto questo però, trova spazio una visione d'insieme molto poetica e accattivante, le forme manifestano comunque la loro femminilità e la grande sensibilità di Ketty traspare anche in
queste creazioni.


Chiara Intropido

ostagio n°2 2008

ostagio n°2            2008
dimensioni cm.250x240x29 tecnica : pittura su stoffa, imbottitura di cotone e trapuntatura da materasso

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Ferrara, Fe, Italy
vivo e lavoro in provincia di Ferrara come artista (per tutta una serie di motivi...)